"Il purosangue dei grand prix"
Anno di produzione 1925
Costruttore autotelaio Bugatti
Costruttore scocca Bugatti
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Bugatti
Tipo motore SOHC 8 cilindri, cilindrata 1496 cc
Potenza massima 90cv - 66kw - 5000giri/min
Tipo vettura Barchetta biposto competizione
Dimensioni (l/w/h) 3680 / 1320 / 1050 mm
Peso 750 Kg
Esemplari prodotti 5
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia della vettura Nel 1925 venne introdotto un nuovo regolamento nei gran premi, imponendo una cilindrata del motore inferiore a 1500cc. Così Ettore Bugatti decise di mantenere il telaio a longheroni e traverse in acciaio e il motore a tre valvole per cilindro con un singolo albero a camme in testa della Type 35, ma rielaborandolo e riducendo la corsa dei pistoni. Il risultato di questa rielaborazione è la Type 39, un’auto identica in ogni sua componente alla Type 35 ma con cilindrata 1493cc. Bugatti produsse due versioni differenti di Type 39, una con motore aspirato che erogava 90cv (Type 39 ) e una con compressore volumetrico che garantiva fino a 120cv (Type 39A). In totale sono stati prodotti solamente cinque esemplari Type 39 e cinque Type 39A, ma attualmente in totale ne risultano solamente quattro superstite. La vettura presente nella nostra collezione ha una storia ed un palmares sportivo glorioso. La prima competizione a cui ha partecipato la vettura è stata al Grand Prix de Tourisme a Montlhéry, dove la Type 39 ha concluso al terzo posto guidata dal pilota italiano Giulio Foresti. Successivamente, sempre pilotata da Foresti, ha partecipato al Gran Premio d’Italia a Monza concludendo ancora una volta al terzo posto. L'auto è stata poi esportata in Australia, tramite il distributore britannico Colonel Sorel e lo stesso Foresti. In tutto il suo periodo australiano è stata utilizzata come auto da competizione ottenendo ottimi risultati, tra cui spicca la vittoria del Gran Premio d’Australia nel 1931. Negli anni '80 l’auto viene restaurata e il motore di primo equipaggiamento viene scambiato con quello della Type 39 gemella. Infatti i numeri di telaio delle due vetture sono invertiti, poiché stampati su un componente fisso del motore. La vettura è riconoscibile dal numero di frame inciso su una traversa del telaio abbinatoli dal costruttore. La configurazione di entrambe le Bugatti Type 39 è attualmente la medesima. Dal 1926 al 2017 i proprietari in Australia sono 12 e nel 2017 viene acquistata ed importata in UK. Infine nel 2020 entra nella collezione della società Verde Corsa. La vettura si trova in perfette condizioni conformi all’originale e la meccanica è stata totalmente revisionata nel 2021.
Competizioni ed eventi 1925 Grand Prix de Tourisme, Montlhéry 3° posto - 1925 Italian Grand Prix, Monza 3° posto - 1928 Australian Grand Prix, Melbourne - 1931 Australia Grand Prix, Philip Island 1° posto - 1938 Australian Grand Prix, Lobethal - 1984 Great Australian Bugatti Rally, Khancoban - 1985 Historic Demonstration, Adelaide - 2022 Zurigo Classic Car Awards - Passione Engadina St. Moritz 1° posto - Motorsport Rendezvous - 2023 Articolo sulla rivista RuoteClassiche (numero di Aprile)
Caratteristiche speciali La vettura è provvista di una dettagliata perizia allestita dallo specialista Mark Morris nel febbraio 2018. L’auto è dotata tutt’ora dei rarissimi cerchi originali a razze con pneumatici a tallone.
"La regina della Mille Miglia"
Anno di produzione 1929
Costruttore autotelaio Alfa Romeo
Costruttore scocca Zagato
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Alfa Romeo
Tipo motore DOHC 6 cilindri, cilindrata 1752 cc, con compressore
Potenza massima 85cv - 63kw - 172 Nm - 4500giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 3970 / 1600 / 1300 mm
Peso 860 Kg
Esemplari prodotti 52
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia della vettura L’Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport fu presentata al Salone Internazionale dell’Automobile di Roma nel 1929 ed era l’erede della 6C 1500. L’auto monta il motore progettata da Vittorio Jano, un sei cilindri bialbero da 1.752cc in grado di erogare 85cv a 4500giri/min, nella variante dotata di compressore, e abbinato ad un cambio manuale a quattro velocità garantisce una velocità massima di 145km/h. La Super Sport era disponibili solamente in versione spider ed è interamente realizzata in alluminio con lo scopo di ridurne il peso. La sportiva del biscione debutta il 14 maggio 1929 alla Mille Miglia e conquista la vittoria grazie a Giuseppe Campari. L’auto presente nella nostra collezione è stata prodotta nel 1929, è una delle 121 Super Sport serie III prodotte tra il 1929 e il 30 e una delle 52 carrozzate da Zagato. Come sostenuto dallo specialista John De Boer, autore del libro “The Italian Registry” l’auto è stata utilizzata a lungo per partecipare a numerosi eventi nazionali. Tra i documenti sono presenti immagini, tratte dal libro “Le Alfa Romeo di Jano” realizzato da Fusi, dove la macchina è immortalata durante la partenza ad una competizione a Parma nel 1931. La vettura è sempre rimasta in Italia ma radiata nel 1943. Alla fine degli anni ’90 l’auto è stata completamente restaurata sia nella meccanica che nella carrozzeria e nel 2003 fu nuovamente immatricolata. Nel 2005, l’auto è stata esportata in Francia, dov’è tutt’ora immatricolata.
Competizioni ed eventi 2019 Gran Premio Nuvolari - Mille Miglia - 2020 Mille Miglia 5° - Gran Premio Nuvolari 7° - Coppa d’Oro delle Dolomiti 6° - Terre di Canossa 1° - 2021 Circuito del Garda 5° - Valli Bresciane 10° - Mille Miglia 9° - Terre di Canossa 3° - MitteleEuropea Race 2° - 2022 Coppa Milano Sanremo 2° posto - Franciacorta Historic 3° - Circuito Stradale del Mugello 1° - MittleEuropean Race 4° posto - Circuito della Fascia d’Oro 3° posto - Mille Miglia - 2023 Mille Miglia #48 4º - Coppa d'Oro delle Dolomiti #4 2º - Targa Florio #101 8º
"La spider sportiva per tutti"
Anno di produzione 1933
Costruzione autotelaio Fiat
Costruttore scocca Carrozzerie Speciali FIAT
Materiale scocca Acciaio / alluminio
Costruttore motore Fiat
Tipo motore Valvole laterali 4 cilindri, cilindrata 995 cc
Potenza massima 30cv - 22kw - 4000giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 3130 / 1400 / 1367 mm
Peso 600 Kg
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia modello La serie Fiat 508 viene presentata a Milano nel 1932 in tre differenti versioni spider, berlina e camioncino. Nello stesso anno la carrozzeria Ghia, su disegno del Conte Mario Ravelli di Beaumont, presenta al Concorso di Eleganza di Villa d’Este un prototipo sportivo della Fiat 508 spider. La vettura esposta al concorso non passò inosservata e la Fiat decise di produrla con il nome 508 S Balilla Spider Sport. Rispetto al prototipo di Ghia la modifica più evidente si ritrova nei parafanghi continui e pedana aderente alla carrozzeria a differenza dei parafanghi di tipo motociclistico del prototipo (reintrodotti nella 508 S Spider Corsa). La nuova versione sportiva viene presentata al Salone dell’auto di Milano del 1933, riscuotendo un grandissimo entusiasmo tra il pubblico, ma soprattutto tra i piloti dell’epoca. Questa prima serie è dotata di cambio a tre marce e motore tipo 108 S a valvole laterali, cilindrata 995 cc e carburatore Zenith 30 Veiz che garantisce un’erogazione di 30 cv a 4.000 giri/min. Sempre nel 1933 alla competizione della Mille Miglia presero parte circa venti Spider Sport ottenendo ottimi risultati, ma il successo più eclatante lo ottenne nel 1934 vincendo la durissima competizione Coppa d’Oro del Littorio, dalla quale poi la 508 S ottenne il soprannome.
Competizioni ed eventi 2022 Circuito Stradale del Mugello - Franciacorta Historic - 2023 Varese Campo dei Fiori - Passione Engadina 1º posto - Città di Lumezzane - Stella Alpina 5º posto
"La spider sportiva per tutti"
Anno di produzione 1934
Costruttore autotelaio Fiat
Costruttore scocca Carrozzerie Speciali Fiat
Materiale scocca Acciaio / alluminio
Costruttore motore Fiat
Tipo motore OHV 4 cilindri, cilindrata 995 cc
Potenza massima 36cv - 26kw - 4400giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 3180 / 1400 / 1367 mm
Peso 625 Kg
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia modello La Fiat 508 S Spider Sport II serie è stata introdotta nel 1934 e portava con se importanti aggiornamenti meccanici e anche diverse modifiche estetiche rispetto alla versione dell’anno precedente. Il motore installato sulla seconda serie è il tipo 108 CS, con valvole in testa (laterali nella I serie), carburatore Zenith 30 Vim e cambio a quattro marce (tre nella I serie) in grado di erogare 36 cv a 4.400 giri/min. Il telaio è allungato di cinque centimetri, aumentando il passo da 2250 mm a 2300 mm, con equivalente allungamento della carrozzeria e introduzione della capotte con struttura esterna.
"L'aerodinamica di Rivelli"
Anno di produzione 1935
Costruttore autotelaio Fiat
Costruttore scocca Carrozzerie Speciali Fiat
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Fiat
Tipo motore OHV 4 cilindri, cilindrata 995 cc
Potenza massima 36cv - 26kw - 4400giri/min
Tipo vettura Berlinetta coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 3740 / 1470 / 1460 mm
Peso 750 Kg
Esemplari prodotti 11
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia del modello Nel 1935 la FIAT voleva un’auto competitiva ma che allo stesso tempo potesse proteggere dal clima l’equipaggio durante la 1000 Miglia, competizione di riferimento dell’epoca, che si svolgeva durante il mese di marzo. Così venne commissionata al disegnatore Mario Revelli, già autore della Balilla Spider Sport “Coppa D’Oro”, una vettura coupé da competizione, dando così origine alla FIAT 508 Balilla Sport Berlinetta. Questo modello è stata uno dei primi al quale è stato applicato uno studio aerodinamico per lo sviluppo della carrozzeria, demarcato dalla linea dei parafanghi e dalla sagoma del posteriore, per cercare di ridurre al massimo la resistenza all’aria e per ovviare all’aumento di peso rispetto alla versione Sport Spider. La realizzazione della carrozzeria venne eseguita dal reparto Carrozzerie Speciali FIAT che la realizzò in ridottissima scala. La meccanica è condivisa con la 508 S Sport Spider seconda serie, quindi dotata del più potente motore tipo 108 CS, capace di erogare una potenza di 36 cv a 4400 giri/min, motore a valvole in testa da 995cc, posizionato anteriormente, con trazione posteriore e cambio a 4 rapporti.
Storia dell'auto La vettura 508 S 076019 venne acquistata a Padova il 5 giugno 1935 da Francesco Borgo di Venezia, il quale la tenne solo un anno. Nel 1936, il Trevisano Alberto Comirato acquistò l’auto e assieme alla moglie Lia Dumas, partecipò alla Mille Miglia dello stesso anno con numero di gara #14 ottenendo un eccellente 14° posto assoluto e 2° posto di classe. Nel ‘36 Comirato partecipò anche alla Corsa Internazionale allo Stelvio, Coppa Arturo Mercanti, conquistando un’ottimo 5° posto. Dal 1936 al 2014 la vettura ha avuto sedici proprietari italiani, tra i quali spicca la famiglia Augusta che ha custodito l’auto per circa quarant’anni. Nel 1990 la Berlinetta è apparsa nel libro di Orsini Luigi, “Mille Miglia Una Corsa Italiana” , Abiemme. Mentre nel 2010 nel libro di Mazzetti Pietro, “Intelligenza Coraggiosa, Coraggio Intelligente - Club Mille Miglia Franco Mazzotti” Gruppo Editoriale Delfo. Nel 2014 l’auto viene importata in Svizzera e nel settembre 2018, viene esposta a Firenze al “Stefano Ricci Heritage Trophy”. Nel corso dello stesso anno appare anche nel libro di Sandro Binelli, “Mille Miglia’s Chassis - The Ultimate Opus Volume I , Automotive Masterpieces Srl”. Nel 2018 la Berlinetta entra nella collezione della società Svizzera VerdeCorsa AG. Da quel momento la Berlinetta ha partecipato a due Mille Miglia, nel 2019 e nel 2022 e nel 2021 a Passione Engadina, ottenendo il primo posto.
Competizioni ed eventi 1936 Mille Miglia 14° assoluto - Corsa Internazionale allo Stelvio, Coppa Arturo Mercanti 5° - 2014 Alpine Trail – 2016 Mille Miglia 2019 Mille Miglia 30° - Stella Alpina – 2021 Passione Engadina 1° - Trofeo Valtellina Classic 3° 2022 MittleEurpean Race – Mille Miglia
Caratteristiche speciali La Berlinetta, come accadeva spesso negli anni ’30 sulle vettura che partecipavano a competizioni come la Mille Miglia, è dotata di un terzo fanale anteriore per garantire al pilota una migliore visibilità durante la guida in notturna. La Berlinetta è una delle prime applicazioni al mondo degli studi aerodinamici su automobili, che ebbero inizio proprio negli anni ’30. Ha partecipato alla 1000 Miglia del 1936.
"Il genio di Riley"
Anno di produzione 1936
Costruttore autotelaio Riley (Coventry) Limited
Costruttore scocca Riley (Coventry) Limited
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Riley (Coventry) Limited
Tipo motore OHV 4 cilindri, cilindrata 1496 cc
Potenza massima 61cv - 45kw - 5500giri/min
Tipo di vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 3670 / 1400 / 1300 mm
Peso 990 Kg
Esemplari prodotti 51
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia del modello La Sprite è una vettura roadster a due posti realizza nel 1936 come successore della MPH dalla casa automobilistica Riley (Coventry) Limited. La vettura è dotata dello stesso motore della 12/4, ovvero un quattro cilindri in linea OHV, 1496 cc, con l’aggiunta di due carburatori SU che generano 61 cv e che accoppiato al sofisticato cambio Wilson con preselezione brevettato sulle vetture Riley, consente all’auto di raggiunge una velocità massima di 141 km/h.
Storia dell'auto La Sprite presente nella nostra collezione è una delle 51 realizzate, è stata prodotta nel luglio del 1936 e ha trascorso gran parte della sua vita in Inghilterra, dove veniva utilizzata come auto da competizione, tanto da essere utilizzata nel 1940 nel circuito di Silverstone e in molte gare di cronoscalata con il nome di “the blacky”, guidata da Ian Hall. Nel 1987 ha partecipato alla Norwich Union Classic che si disputava nel circuito di Silverstone. Nel 2022 la Riley è stata immatricolata in Francia ed è entrare a far parte della collezione di VerdeCorsa AG. La vettura si trova in condizioni perfette, il famoso cambio a preselezione presente sulla Riley Sprite è stato da poco revisionato e i numeri, come anche la colorazione è matching. Questo è anche l’unico modello eligible di Riley alla Mille Miglia, alla quale la nostra vettura ha partecipato nel 2012 nel 2019 e nel 2022.
Competizioni ed eventi 1940 Silverstone Circuit - 1982 Oulton Park, RAC 50th Rally #8 - 1987 Norwich Union Classic, Silverstone - 2011 Trieste Opicina historic - Gran Premio Nuvolari #50 - 2012 Gran Premio Nuvolari #55 - Mille Miglia # 93 - Coppa d’Oro delle Dolomiti # 60 3° posto - 2014 Gran Premio Nuvolari #57 - 2017 Gran Premio Nuvolari #60 - 2018 Gran Premio Nuvolari #61 - 2019 Gran Premio Nuvolari #66 - Terre di Canossa #15 - Mille Miglia #117 2022 Mille Miglia #94 – British Classic Car Meeting St. Moritz 1° posto "Grand Prix Rally" – British Classic Car Meeting St. Moritz 1° premio di categoria "Auto anteguerra fino 1945" – British Classic Car Meeting St. Moritz premio speciale "Lalique" (auto più attraente in concorso)
"La prima auto con il logo Superleggera"
Anno di produzione 1937
Costruttore autotelaio Alfa Romeo
Costruttore scocca Carrozzeria Touring
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Alfa Romeo
Tipo motore DOHC 6 cilindri, 2309 cc
Potenza massima 95cv - 70 - 4500giri/min
Tipo vettura Berlinetta coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 4640 / 1680 / 1550 mm
Peso 1340 Kg
Esemplari prodotti 100 circa
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia del modello L’Alfa Romeo 6C 2300, progettata da Vittorio Jano, venne svelata al Salone dell’Automobile di Milano del 1934. Nel 1935 venne lanciata una nuova serie chiamata Alfa Romeo 6C 2300 B, la quale manteneva il motore della precedente serie ma con un telaio completamente nuovo. Venne dotata di un inedito comando idraulico per i freni a tamburo e da un sistema di sospensioni ad assali rigidi e molle a balestra si passò ad uno più raffinato con sospensioni indipendenti sulle quattro ruote. La linea della carrozzeria in alluminio era basata su studi di aerodinamicità, ormai molto evoluti negli ultimi anni e con finestrini laterali in polimetilmetacrilato per contenere il peso. Alla Mille Miglia del 1937 la 6C 2300 B, versione “MM Berlinetta” con carrozzeria Superleggera Touring e guidata da Ercole Borrato, ottenne il 4° posto. ll successo fu così eclatante che da quel momento in poi il modello più potente cambiò nome da “Pescara” a “Mille Miglia” e venne resa disponibile con una carrozzeria berlinetta Touring simile a quella che aveva ottenuto la vittoria alla corsa bresciana. La 6C 2300 è stata il primo modello a riportare la sigla costruttiva Superleggera di Touring.
Storia dell'auto L’Alfa Romeo 6C 2300, è stata prodotta nel 1937 per il mercato Italiano. Dai registri, questo telaio (813915) risulta essere il primo in assoluto realizzato da Alfa Romeo con dicitura Mille Miglia, in sostituzione del precedente modello identificato come Pescara. L’auto è stata ritrovata in Sud America alla fine degli anni ‘70, inizio anni ‘80 da Colin Crabbe GB, grande collezionista e rivenditore di auto. L’auto venne trasportata in sud America, come varie altre Alfa Romeo, per partecipare alle corse e mai rimpatriata. Sono presenti messaggi di Colin Crabbe, Giovanni Anderloni e Sandro Binelli che confermano il ritrovamento del veicolo in Brasile, le ottime doti della vettura e della partecipazione alla MM del 1986 con numero #52. Nel 2021 la 2300 è entrata nella collezione VerdeCorsa e dopo aver partecipato alla Mille miglia del 2022 è stata sottoposta ad un parziale restauro di verniciatura, reintroduzione delle coppe ruota e griglia anteriore come da origine presso la carrozzeria specializzata Quality Cars.
Competizioni ed eventi 1986 Mille Miglia – 2005 Mille Miglia – 2006 Mille Miglia – 2008 Mille Miglia – 2009 Mille Miglia – 2010 Mille Miglia – 2011 Mille Miglia – 2012 Targa Florio - 2014 Mille Miglia – 2021 Concorso di Eleganza Salò 1° classificata – Villa d’Este Style - Esposizione presso museo Mille Miglia - Esposizione presso fiera Auto Moto d’epoca Padova - 2022 Mille Miglia - Chantilly Art & Elegance Concours - 2023 Roma Eternal Beauties "REB Concours" premio Musei - Villa d'Este Style - Poltu Quantu Classic Concorso d'Eleganza
"La più moderna auto anteguerra"
Anno di produzione 1937
Costruttore autotelaio BMW
Costruttore scocca BMW
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore BMW
Tipo motore DOHC 6 cilindri, 1971 cc
Potenza massima 80cv - 59kw - 126 Nm - 5000giri/min
Dimensioni (l/w/h) 3900 / 1550 / 1400 mm
Peso 800 Kg
Tipo vettura Spider
Esemplari prodotti 27ª delle prime 50 prodotte (con caratteristiche differenti), con un totale di 400 unità
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia del modello La prima apparizione della BMW 328 avvenne in occasione della competizione dell’Eifelrennen (Nürburgring), nel 14 giugno 1936, con una immediata vittoria. La produzione iniziò solo l’anno successivo. La vettura fu progettata con lo scopo di partecipare a competizioni sportive. L’auto di riferimento per la realizzazione della 328 fu l’antenata 319, dalla quale vennero riprese le forme ma cercando di ottimizzarne nei migliori dei modi il coefficiente di penetrazione aerodinamica. Le linee generali dell’auto risultano così molto più morbide e filanti. La linea di cintura risulta sensibilmente ribassata e i fanali sono parzialmente carenati nei parafanghi. La coda, corta e raccolta, incorpora un alloggiamento per la ruota di scorta anch’essa parzialmente carenata, allo scopo di incrementare ulteriormente l'efficienza aerodinamica della vettura. Altro focus dei progettisti della 328 fu la riduzione del peso, infatti la vettura è quasi interamente realizzata in lega di alluminio e pesa meno di 800Kg. L’auto è dotata del motore tipo M328, sei cilindri in linea, 1971cc e tre carburatori Solex. Visivamente il motore può apparire come un V6, ma ad ingannare è la disposizione delle valvole in testa, posizionate appunto a V in modo da formare una camera di scoppio emisferica. La BMW 328 ottenne numerosissimi successi sportivi, alla Mille Miglia del 1938 quattro esemplari ottennero le prime quattro posizioni della loro categoria e nel 1940 la BMW 328 berlinetta Superleggera Touring riuscì invece ad ottenere il primo posto assoluto.
Storia dell'auto L’auto presente nella nostra collezione è stata prodotta nel 1937, fa parte delle prime cinquanta delle quattrocento vetture costruite ed infatti presenta varie caratteristiche peculiari che la differenziano dalle successive. Tra queste differenze ci sono i fanali anteriori, il cambio, la griglia del radiatore e i tergicristalli. L’auto si presenta interamente originale, telaio, motore, scocca, cambio e i numeri incisi son ben visibili in tutte le sue componenti, il motore è quello di primo equipaggiamento e il colore della carrozzeria, chiamato da BMW “Bianco Piuma”, è in assoluto il più raro dei colori dell’intera produzione. La vettura fu venduta nel giugno del 1937 in Germania dalla BMW Automag di Monaco di Baviera. L’auto è sempre rimasta in Germania fino al 1945 quando Edward Giller, pilota della US Army, comprò l’auto, la esportò negli USA e la utilizzò all’interno della base militare in Oregon. L’auto è rimasta in possesso della famiglia Giller per settantacinque anni, senza mai subire un restauro integrale ed è per questo che l’auto si presenta ancora oggi in perfette condizioni di originalità. La 328 ha partecipato alla Mille Miglia del 2021 e del 2022 e sempre in quest’ultimo anno ha vinto il Gran Premio Nuvolari.
Competizioni ed eventi 2021 Mille Miglia – Targa Florio 4° - Coppa Franco Mazzotti 2° - Coppa D’Oro delle Dolomiti 4° - 2022 Mille Miglia – Coppa d'Oro delle Dolomiti - Trofeo Valli Bresciane 1° posto - Gran Premio Nuvolari 1° posto - Targa Florio 6° posto
"Sport e comfort"
Anno di produzione 1937
Costruttore scocca Gurney Nutting
Costruttore autotelaio Bentley
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Bentley Motor Ltd.
Tipo motore OHV 6 cilindri, cilindrata 4257 cc
Potenza massima 125cv - 93kw - 4500giri/min
Tipo vettura Coupé 4 posti
Dimensioni (l/w) 4420 / 1753 mm
Esemplari prodotti 4
Storia del modello Il periodo “Art Decò” degli anni ’30, compreso tra le due Guerre Mondiali, vide un crescente interesse per lo stile aerodinamico da parte di costruttori come Bentley e carrozzieri indipendenti che portò alla creazione di alcune delle automobili visivamente più emozionanti. Uno di questi è Gurney Nutting, definito “il carrozziere dei maharaja” poiché riceveva in commissione molte auto dai sovrani indiani. Ma anche il principe del Galles e il duca di York erano sui clienti e anche costruttori come Bentley, Daimler e Rolls-Royce erano entrati a far parte del catalogo Gurney Nutting. Così il rivenditore londinese HR Owen commissionò alla carrozzeria una serie esclusiva di berline sportive aerodinamiche con scocca interamente in alluminio, successivamente commercializzate con il nome “Aerofoil”. La pubblicità dell’azienda descriveva l’Aerofoil come “una spaziosa berlina sportiva a quattro posti con linee veramente aerodinamiche senza estremizzare lo stile”.
Storia dell'auto Nel 1937 vennero realizzate solamente quattro esemplari di Bentley su telaio 4 1/4lt e tra queste c’era la Bentley 4 1/4 lt “Aerofoil” pillarless coupé, realizzata interamente in alluminio, presente nella nostra collezione. Delle quattro Bentley realizzate due furono vendute ai maharaja indiani e due in Inghilterra, le uniche attualmente ancora censite. La Bentley 4 1/4 è dotata del motore di primo equipaggiamento a testa fissa, sei cilindri in linea con cilindrata di 4257cc. Venne consegnata al venditore HR Owen l’8 giugno 1937 ma non fu venduta sino al 19 dicembre 1938 perché utilizzata come auto da esposizione. Il primo proprietario fu Claude E Goodyear che immatricolò la Bentley con la targa “CUE 302”, tutt’ora associata all’auto. Peter Holton acquistò e restaurò la Bentley agli inizi degli anni ‘90, riverniciandola color crema e rifinendola all’interno in pelle blu. Con questa combinazione di colori la Bentley è stata fotografata per essere inclusa nel libro di Nick Walker “Bentley 3 1⁄2 & 4 1⁄4 Liter 1933-40 - A Detail. Nel 2010 la 4 1/4 viene sottoposta ad un restauro meccanico totale e a piccoli interventi estetici in Belgio da E. Brumenil. Nel 2016 invece riceve un restauro totale della verniciatura riportandola alla combinazione attuale, un restauro accurato degli interni in pelle, dei rivestimenti interni e della valigeria coordinata. La 4 1/4 è stata realizzata mentre il marchio Bentley era di proprietà, dal 1931, di Rolls Royce. La carrozzeria dell’auto esprime un perfetto connubio tra eleganza e sportività con uno sguardo attento all’aerodinamica (sempre elemento centrale nelle auto a partire dagli anni ’30), unendo così, non solo la filosofia Rolls Royce con quella di Bentley nelle soluzioni tecnico meccaniche, ma anche nello stile e nel comfort. Stilisticamente la 4 1/4 presenta porte incernierate al posteriore con un’inusuale soluzione senza montante centrale che garantisce all’auto un profilo più morbido e sportivo. La forma è caratterizzata da un'alta linea di cintura che cade bruscamente dietro le portiere e sfocia in un'elegante coda con lunotto posteriore sdoppiato. Le linee dei parafanghi anteriori e posteriori e della coda sono impeccabili e combinano il tradizionale radiatore Bentley con l'eleganza dell'Art Déco e le suggestioni aerodinamiche di potenza e velocità senza estremizzarle. Delle quattro realizzate nel 1937 è l’unica dotata di tettuccio apribile, tutt’ora perfettamente funzionante. Per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche, la 4 1/4 è dotata di un evoluto sistema di griglia radiatore con sistema di riscaldamento e raffreddamento ottimale del motore. Infatti automaticamente le paratie anteriori si aprono e si chiudono in base alla necessità di aria o meno per il sistema di raffreddamento del motore. A dimostrare il legame di Bentley con Rolls Royce, la 4 1/4 è stata dotata di due carburatore SU, di una doppia bobina e doppio spinterogeno per seguire la logica di tutte le Rolls Royce prodotte, in quanto sarebbero dovute essere eterne. Tutti i proprietari sono conosciuti sin dalle origini.
Competizioni ed eventi 2013 Zoute Concours – 2018 British Classic Car Meeting St. Moritz Best Of Show – 2019 Concorso d'Eleganza THE ICE St. Moritz 1° categoria – 2021 Roma Eternal Beauties 1° categoria – Salon International Époq’auto Lyon - 2023 Concorso d'Eleganza di San Pellegrino Terme Best of Show
"L'ultima creazione di Vincenzo Lancia"
Anno di produzione 1938
Costruttore autotelaio Lancia
Costruttore scocca Lancia
Costruttore motore Lancia
Tipo motore SOHC V4, cilindrata 1352 cc
Potenza massima 47cv - 35kw - 4000giri/min
Tipo vettura Berlina
Dimensioni (l/w/h) 3962 / 1500 / 1475 mm
Peso 850 Kg
Iscrivinile alla 1000 Miglia
"Capolavori di Touring e Anderloni B."
Anno di produzione 1949
Costruttore autotelaio Alfa Romeo
Costruttore scocca Carrozzeria Touring
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Alfa Romeo
Tipo motore DOHC 6 cilindri, cilindrata 2443 cc
Potenza massima 105cv - 78kw - 4800 giri/min
Tipo vettura Coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 4580 / 1780 / 1500 mm
Peso 1420 Kg
Esemplari prodotti 100 circa
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia della vettura L’Alfa Romeo 6C 2500 è stata l’evoluzione della 6C 2300 ed ultima della serie con motore 6C a doppio albero a camme in testa. La vettura venne progettata prima della seconda Guerra Mondiale, poi a causa del conflitto bellico la produzione fu sospesa sino alla fine dello scontro, e la produzione del modello terminò definitivamente nel 1953. Il progetto venne sviluppato da Bruno Trevisan e non più da Jano, che aveva lasciato l'azienda dopo gli insuccessi della vettura da Gran Prix del 1937. Con la 6C 2500 si scelse di evolvere la 6C 2300. Il telaio è a longheroni e traverse, il sistema di sospensioni all’anteriore e al posteriore è a ruote indipendenti con molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici coassiali racchiusi in un “astuccio”. Per il propulsore venne aumentata la cilindrata, andando a modificare il valore dell’alesaggio, portandola a 2443 cm3 (alesaggio x corsa: 72 x 100 mm). Il motore della Super Sport stradale disponeva, oltre che di un rapporto di compressione ulteriormente innalzato a 7:1, di tre carburatori orizzontali monocorpo che gli permettevano di erogare 105 CV a 4800 giri/min. Nel periodo di produzione anteguerra la Super Sport era venduta esclusivamente come autotelaio che veniva carrozzato da vari carrozzieri. Dopo la guerra invece viene offerta come vettura completa, disegnata e prodotta da Touring, riprendendo gli stilemi anteguerra e aggiornando il frontale con il nuovo trilogo, sperimentato proprio su questi telai nel corso della guerra. A fianco della griglia triangolare sono presenti quattro fari di diametro differente e due paraurti sdoppiati sovrapposti integrati nella carrozzeria tra cui sono mascherate le prese d'aria per il raffreddamento. I parafanghi sono integrati nella fiancata, ma ancora ben distinguibili, mentre gli archi passaruota vengono sottolineati da un labbro metallico. Il parabrezza anteriore è sdoppiato e molto inclinato. La parte posteriore molto bassa presenta sempre due paraurti sdoppiati sovrapposti e il vano portatarga incassato nel cofano del bagagliaio. Sull'estremità anteriore destra e sinistra e sopra la targa posteriore è presente il marchio Touring e la scritta cromata Superleggera in corsivo che indica il raffinato sistema di costruzione della carrozzeria. La vettura presente nella nostra collezione è uno dei circa 100 esemplari 6C 2500 SS coupè Touring prodotti nel post guerra, è stata prodotta nel luglio del 1949 e venduta nel novembre del 1950 a Raymond Barbey, un banchiere residente sul Lago di Ginevra in Svizzera. Cinque anni dopo, Barbey cedette l'auto a suo fratello, allora residente in Marocco, che se ne prese cura fino agli inizi degli anni ‘90. Successivamente acquistata ed importata da Peter Ringwelski in Germania, dov’è stata restaurata prima di essere inviata negli Stati Uniti nel 2005, dopo l’acquisto del veicolo da parte di Steve Tillack. Dal 2009 al 2014 la 2500 ha fatto parte della collezione dello svizzero Marc Caveng. Venduta nel 2014 a Tom Price, restaurò la 6C 2500 e subito dopo aver concluso i lavori partecipò al Concorso di Eleganza di Pebble Beach nel 2015. Tom Prince custodì l’auto sino al 2018 quando entrò a far parte della collezione VerdeCorsa AG in Svizzera.
Competizioni ed eventi 2015 Pebble Beach – 2019 Targa Florio – Stella Alpina – 2020 Villa d’Este Style - Passione Engadina - 2021 Mille Miglia - 2022 Mille Miglia
"L'unico 8 cilindri realizzato da Fiat"
Anno di produzione 1952
Costruttore autotelaio Fiat
Costruttore scocca Carrozzerie Speciali Fiat
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Fiat
Tipo motore OHV V8, cilindrata 1996 cc
Potenza massima 105cv - 77kw - 6000 giri/min
Tipo vettura Berlinetta coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 4060 / 1570 / 1290 mm
Peso 930 Kg
Esemplari prodotti 34
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia del modello Il progetto di FIAT per la realizzazione di una berlina con motore a otto cilindri nacque nel 1947, con l’obbiettivo di creare un veicolo che potesse attrarre il mercato Americano. Venne realizzato un primo prototipo che non suscitò però l’interesse sperato, tanto da far abbandonare il progetto, lasciando comunque in eredità il motore tipo 104. Nel 1950, la direzione commerciale di FIAT decise di produrre una berlinetta, questa volta destinata al mercato europeo, con lo scopo di rilanciare l'immagine sportiva del marchio. La carrozzeria venne disegnata dall'ingegnere Luigi Fabio Rapi e realizzata dal reparto Carrozzerie Speciali di FIAT, con una grande cura rivolta all’aerodinamicità dell’auto, evidenziata dalla linea del posteriore e alla presenza di coppe ruota con spat per ridurre al massimo l’attrito dell’aria. Come motore venne rispolverato, con gli opportuni aggiornamenti, l’otto cilindri a V da 1996cc precedentemente sviluppato, in grado di erogare 105cv e che abbinato ad un cambio a quattro velocità permette all’auto di raggiungere una velocità di circa 190 km/h. Il risultato è stato quello di un’auto raffinata, che non temeva il confronto con avversarie realizzate da case produttrici più blasonate di FIAT. L’auto venne presentata al pubblico al Salone dell’Automobile di Parigi nel 1952 ottenendo una grande accoglienza e svolgendo egregiamente la sua funzione promozionale nei confronti del marchio FIAT, ma a causa dell’elevato costo non ottenne grandi risultati di vendita. La Carrozzerie Speciali FIAT carrozzò 34 esemplari dei quali solamente 26 mantennero le linee originali e non vennero ri-carrozzate o modificate. A queste 34 se ne aggiunsero altre di tipo gruppo telaio-motore vendute a svariati carrozzieri, che in molti casi realizzarono vetture one-off per esposizioni o modelli esclusivi di ridottissima serie. La 8V è dotata di telaio a longheroni e traverse tubolari, è stata la prima FIAT ad avere in dotazione sospensioni a quattro ruote indipendenti ed è tutt’oggi l’unica auto di questo costruttore con motore otto cilindri.
Storia della vettura La prima vettura 8V carrozzata Carrozzerie Speciali FIAT ad aver lasciato lo stabilimento di Torino è la numero 000015, come dimostrato nei registri. Prodotta nell’agosto del 1952 con destinazione Bari, dove nel settembre dello stesso anno venne esposta alla Fiera del Levante di Bari e dov’è possibile ammirarla in alcune foto e video presenti nell’archivio dell’Istituto Luce (codice filmato ML005501 e I084002). In quelle sequenze è possibile ammirare la vettura nelle perfette condizioni di fabbrica e dalle quali si capisce che è tra le prime prodotte, poiché dotata delle rarissime coppe ruota. La 8V rimase a Bari fino all’inizio del 1953, quando l’auto viene inviata a Bologna e immatricolata solamente un’anno più tardi in provincia di Lucca dall’avv. Di Paolo Luigi. Nel 1955 la 8V, dopo essere passata alla proprietà di Arrigo ed Eugenio Cavallacci, prese parte alla 9ª Coppa d’Oro delle Dolomiti posizionandosi al 38° posto, guidata da Arrigo Cavallacci. Alla fine degli anni ’50 inizio ’60 l’auto è stata esportata prima a Detroit, dove le è stato cambiato il colore dal suo originale a rosso, e successivamente spostata in Michigan sempre dallo stesso proprietario e nel 1962 l’auto ha subito la sostituzione del motore di primo equipaggiamento, a causa della sua rottura, con uno dello stesso tipo, tutt’ora installato sulla vettura e documentato nel libro Ottovu di Tony Adriaensens. Nel 2007 la 8V ha subito un restauro completo di carrozzeria, meccanica e ciclistica, ma tralasciando alcuni dettagli importanti per un’auto di questa importanza. L’auto era stata riverniciata di un colore simile a quello originale ma che non era quello corretto, la griglia del radiatore anteriore non era stata ripristinata con quella originale di tipo art decò e altri dettagli non erano stati reintrodotti. Sempre nel 2007 è stata immatricolata in Inghilterra ed esposta al Goodwood Cartier Style et Luxe e nel 2008, guidata da Jean Sage, ha partecipato a Le Mans Classic. Nel 2020 l’auto è entrata a far parte della collezione VerdeCorsa ed è stata affidata alla carrozzeria specializzata Quality Cars per un restauro completo durato quasi tre anni. Durante questo restauro si è cercato di ripristinare l’auto pari al momento in cui ha lasciato fabbrica, analizzando ogni più piccolo dettaglio, grazie soprattutto alle foto della 8V prima presente alla Fiera del Levante e successivamente alla Coppa d’Oro delle Dolomiti. Ora è possibile ammirarla nella sua configurazione originaria con verniciatura esterna di colore azzurro (nome FIAT blu grigio) con abbinamento corretto degli interni, dotata della rara griglia anteriore di tipo art Deco e delle introvabili coppe ruota con inserto in tinta alla carrozzeria.
Competizioni ed eventi 1952 Fiera del Levante Bari – 1955 Coppa d’Oro delle Dolomiti – 2007 Goodwood Cartier Style et Luxe – 2008 Le Mans Classic – 2011 La Ronde Du Ventoux 5° posto – 2023 Concorso d'Eleganza Città di Trieste premio "Best of Pubblic"
"Il trionfo della leggerezza"
Anno di produzione 1952
Costruttore autotelaio Alfa Romeo
Costruttore scocca Carrozzeria Touring
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Alfa Romeo
Tipo motore DOHC 4 cilindri, cilindrata 1884 cc
Potenza massima 100 Cv - 74 Kw - 141 Nm - 5500 giri/min
Tipo vettura Coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 4400 / 1630 / 1350 mm
Peso 1000 Kg
Esemplari prodotti 200 circa
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia della vettura Dopo la fine della Guerra, Alfa Romeo riprese la produzione della 6C 2500 ma con l’idea di realizzare una vettura nuova, con dimensioni e propulsore più contenuti ma comunque dalle ottime prestazioni. Per la progettazione del nuovo motore venne incaricato Giuseppe Busso che sviluppò un motore a quattro cilindri in linea, doppio albero a camme in testa da 1884 cc. Il motore è accoppiato ad un cambio a quattro marce con comando al volante che trasmette il moto alle ruote posteriori. I freni, di generose dimensioni, sono a tamburo alettati al fine di ridurre il surriscaldamento. La 1900 venne presentata al pubblico durante il 1950 ottenendo un’ottimo successo, sopratutto per la tenuta di strada e per l’ottimo motore. Nel 1951 la casa automobilistica di Milano presentò l’autotelaio 1900C (C sta per Carrozzieri), sulla quale le carrozzerie Touring e Pininfarina realizzarono la coupé e la cabriolet messe regolarmente a listino e vendute direttamente dalla rete dei Concessionari Alfa Romeo, denominate 1900C Sprint e 1900C Cabriolet. Sulla 1900C il passo è accorciato di 130 mm, quindi da 2630 a 2500 mm, e il motore 1884 cc è dotato di carburatore doppio corpo Weber 40 DCA3, valvole di aspirazione e scarico maggiorate e il rapporto di compressione aumentato da 7,5:1 a 7,75:1 per raggiungere i 100 CV a 5500 giri/min permettendole di arrivare fino a 180 km/h. La Sprint di Touring, la cui linea ricorda quella dell’Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este, è costruita secondo il metodo Superleggera e pesa solo 1000 kg, 100 in meno della berlina di serie. L’eleganza della linea e l’agilità data dal passo corto la mettevano a confronto con la Lancia Aurelia B20 GT sia su strada che in pista. Gli interni della coupé Touring sono diversi da quelli della berlina e prevedono due posti su sedili separati rivestiti in tessuto e vinile, uno spazio posteriore, moquette sul pavimento e plancia con strumenti circolari, tachimetro/contachilometri e contagiri più grandi, posti dietro il volante in legno e alluminio a tre razze, cambio a leva al volante e indicatore del livello della benzina e della pressione dell'olio più piccoli in basso. Durante il suo periodo di produzione, che va dal 1951 al 1953, furono prodotti all’incirca 200 esemplari di 1900C Sprint Touring. La vettura presente nella nostra collezione è stata prodotta nel 1952 con destinazione di mercato l’Italia. Nel 1955 un medico inglese, che lavorava a Singapore, importa l'auto in Asia riportandola poi nel Regno Unito nel 1965. Negli anni ’80 la 1900 viene acquistata da un’italiano, re-importata in Italia e restaurata interamente riportandola allo splendore iniziale, con il rarissimo colore esterno Verde Ortica. Nel 2017 l’Alfa viene acquistata e importata in Svizzera, dove si trova tutt’ora nella collezione VerdeCorsa AG.
Competizioni ed eventi 2018 Coppa Franco Mazzotti – Gran premio Nuvolari – Gran Premio Terre di Canossa 2022 – Coppa Giulietta e Romeo – Mille miglia
"La spider di maggior successo anni '50"
Anno di produzione 1955
Costruttore autotelaio Jaguar
Costruttore scocca Jaguar
Materiale scocca Acciaio/Alluminio
Costruttore motore Jaguar
Tipo motore DOHC 6 cilindri, cilindrata 3442 cc
Potenza massima 213 - 155 Kw - 289 Nm - 5750 giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 4470 / 1638 / 1397 mm
Peso 1295 Kg
Esemplari prodotti 7 con questa combinazione di colore ed allestimento
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia vettura La Jaguar XK 140 è stata l’erede della XK 120 che riscosse un enorme successo durante il suo periodo di produzione. Rispetto a quest’ultima, la Jaguar non rivoluzionò la vettura, ma apportò significative migliorie meccaniche ed estetiche. Meccanicamente venne migliorato il sistema frenante, introdotto lo sterzo a cremagliera, sospensioni ad escursione maggiorata e moderni ammortizzatori a tubo, che sostituivano i più obsoleti ammortizzatori a leva che garantivano una migliore tenuta di strada e comfort. Il motore era sempre il tipo XK 6, ma rispetto a quello montato sulla XK120, era più potente e nella nostra versione con testata di tipo “C” (competizione), derivata direttamente da quelle utilizzate sulle Jaguar C Type plurivittoriose a Le Mans, sviluppa 210 cv. Il motore tipo XK 6 fu sviluppato durante la seconda Guerra Mondiale su spinta del fondatore e proprietario del marchio inglese William Lyons. Ammirando i risultati ottenuti da Alfa Romeo nelle competizioni, grazie ai motori ideati da Vittorio Jano a due alberi a camme in testa e realizzati utilizzando materiali leggeri, Lyons decise di percorrere la stessa strada. Il progetto ebbe un tale successo da consentire a Jaguar di dominare le competizioni dalla fine degli anni ’40 fino a metà anni ’50, ottenendo anche svariati primati di velocità su strada. Il motore rimase in produzione dal 1948 al 1980 con successive evoluzioni. Dal punto di vista estetico, rispetto alla precedente XK 120, vennero modificati i paraurti anteriori e posteriore, la calandra anteriore, che da quel momento ospitava anche lo scudetto Jaguar, venne realizzata in monoblocco e con meno listelli. Lo scudetto posteriore divenne rosso con al suo interno la dicitura "Winner Le Mans 1951–3”, in omaggio alle vittorie di due vetture Jaguar nelle edizioni citate della corsa. Infine riposizionando il motore, il parafiamma ed il cruscotto riuscirono ad ottenere più spazio nell’abitacolo. La XK 140 rimase in produzione sino al 1957 quando un incendio, nella sera del 12 febbraio negli stabilimenti Jaguar di Browns Lane, distrusse in modo irreversibile gli stampi delle vetture. La vettura presente nella nostra collezione è una Open Two Seater Special Equipment con testata tipo “C”, venduta nel 1955 a New York (USA) e importata in Svizzera nel 1990, dove si trova tutt’ora nella collezione di Verde Corsa AG. La vettura ha subito un restauro completo durato due anni e concluso nel 2020, durante il quale l’auto è stata riportata al colore originale.
Competizioni ed eventi 2017 British Classic Car Meeting St. Moritz - 4ª posizione – 2021 Mille Miglia - Targa Florio – Coppa Franco Mazzotti 2022 – Mille Miglia
Caratteristiche speciali Questo è uno dei soli dieci esemplari costruiti con questa combinazione di colori, scocca pastel blue e interni dark blue.
"Il capolavoro di Ferdinand Porsche"
Anno di produzione 1955
Costruttore autotelaio Porsche
Costruttore scocca Reutter Karosserie
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Porsche
Tipo motore OHV 4 cilindri boxer, cilindrata 1498 cc
Potenza massima 70 Cv - 51 Kw - 108 Nm - 5000 giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 3850 / 1660 / 1220 mm
Peso 762 Kg
Esemplari prodotti 50 circa
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia della vettura La 356 Speedster deriva dalla Porsche 356 presentata nel 1949 in versione coupé e cabriolet con motore boxer 4 cilindri. Nel 1950, l'importatore Porsche negli USA, Max Hoffman, consigliò la creazione di una vettura spider, leggera, veloce e con pochi elementi sofisticati. L'anno successivo nacque la “America Roadster”, la progenitrice della 356 Speedster: un successo per le vendite, ma un fallimento dal punto di visto economico. Si decise quindi per una versione più spartana derivata dalla 356 cabriolet. Per abbassare i costi si optò per una carrozzeria in acciaio, finestrini in acetato amovibili con cornici in tessuto, capote in tela senza rivestimento interno e due semplici sedili leggeri. La 356 Speedster venne presentata in America nel settembre 1954, in Europa debuttò nell'estate 1955 e rimase in produzione fino al 1958, quando venne sostituita dalla 356 convertibile D, una via di mezzo tra la Speedster e la 356 cabriolet. La vettura presente nella nostra collezione è stata prodotta nel 1955 e si tratta di una 356 1500 S Speedster “pre-a”. L’auto è stata consegnata e successivamente venduta a New York dall’importatore Max Hoffman. La Speedster è dotata di un motore quattro cilindri boxer 1498 cc e due carburatori Solex 40 PBIC che generano 70 Cv, il tutto affiancato da un cambio a quattro velocità. Negli anni ’50 la 356 era usata in Pennsylvania e nel sud della California come auto da competizione. L’auto è stata interamente restaurata nel 2014 da esperti del settore, rispettando ogni dettaglio dell’auto e riportandola allo splendore originario. Nel 2016 l’auto viene acquistata ed importata in Francia, dove tutt’ora è immatricolata.
Competizioni ed eventi 2022 Mille Miglia
"La spider secondo Gianni Lancia"
Anno di produzione 1955
Costruttore autotelaio Lancia
Costruttore scocca Pininfarina
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Lancia
Tipo motore OHV V6, cilindrata 2451 cc
Potenza massima 118 Cv - 87 Kw - 172 Nm - 5000 giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 4230 / 1555 / 1305 mm
Peso 1120 Kg
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Esemplari prodotti 64ª delle 181 prodotte
Storia della vettura La Lancia Aurelia B24 è stata progettata basandosi sul telaio dell’Aurelia B20, dalla quale derivavano anche le componenti meccaniche: il sei cilindri a V, primo nella storia dell’automobile, in versione 2451cc accoppiato ad un carburatore doppio corpo Weber 40 DCZ5 e ad un cambio a quattro rapporti che garantiva 118 cv a 5000 giri/min. La carrozzeria è stata progettata da Pininfarina che si lasciò ispirare dallo stile d’oltreoceano, in particolar modo nel parabrezza panoramico, molto in voga nelle vetture americane. La carrozzeria della B24 prima serie è di tipo spider, non erano presenti i finestrini laterali, le maniglie per l’apertura della vettura erano presente solamente all’interno dell’abitacolo e la capote scompariva completamente dietro ai sedili. In alternativa alla capote si poteva ricorrere all’hard-top. L’abitacolo, semplice e allo stesso tempo elegante, era dotato di selleria simil pelle Rosinflex, presente anche nella parte superiore della plancia. Il cruscotto era verniciato nel colore della carrozzeria, ma a richiesta poteva essere uniformato alla tinta degli interni. La leva del cambio, nei primi modelli, era al volante ma successivamente fu spostata sul pavimento. La nuova spider di Lancia è stata presentata al Salone di Bruxelles nel gennaio del 1955 ed era disponibile in due versioni: la B24 con guida a destra e la la B24S con guida a sinistra. Lancia era l’unica delle case automobilistiche italiane a credere ancora nella guida a destra, che da una parte aveva il pregio di seguire meglio il ciglio della strada, ma di contro era più difficile nel traffico vedere le auto provenienti dal senso opposto. Alla fine del 1955 furono prodotte cinquantanove B24 e centottanta B24S delle quali molte vennero esportate negli Stati Uniti, mercato di riferimento per vetture spider. L’auto presente nella nostra collezione è un’Aurelia B24S prima serie, prodotta nel giugno del 1955 e con combinazione cromatica rosso per l’esterno e beige per l’interno. L’auto nel corso della sua vita ha avuto diversi proprietari tra i quali spicca il collezionista Mario Righini, che la conservò per quattro anni. Nel 2017, dopo essere stata totalmente restaurata per mano di specialisti Lancia, la vettura partecipa al Concorso di Eleganza di Villa d’Este. Tutti in numeri di serie della vettura sono corrispondenti a quelli di produzione e lo storico dell’auto è completo.
Competizioni ed eventi 2013 Rétromobile – 2017 Concorso d’Eleganza Villa d’Este - 2022 Mille Miglia
"La prima gran turismo"
Anno di produzione 1957
Costruttore autotelaio Lancia
Costruttore scocca Pininfarina
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Lancia
Tipo motore OHV V6, cilindrata 2451 cc
Potenza massima 138 Cv - 101 Kw - 5000 giri/min (Nardi)
Tipo vettura Coupé 4 posti
Dimensioni (l/w/h) 4370 / 1550 / 1360 mm
Peso 1150 Kg
Iscrivibile alla 1000 Miglia
Storia della vettura Presentata al Salone dell’Auto di Torino nel 1951, la Lancia Aurelia B20 è una coupé ad alte prestazioni dalla linea attraente e “pulita” realizzata da Pininfarina. Originariamente venne omologata come 3 posti, tutti sul sedile unico anteriore, che però si è poi imposta come 2+2 (di fortuna), inaugurando una formula che riscuoterà un enorme successo negli anni successivi. La Lancia Aurelia B20 deriva dalla berlina B10, da cui ha ereditato caratteristiche come le sospensioni a quattro ruote indipendenti, volante e cruscotto. Le prime due serie furono prodotte con motore V6 da 1991cc, mentre dalla terza serie la cilindrata del V6 venne aumentato a 2451cc. La Lancia nel corso dei sette anni di produzione della B20 realizzò sei serie differenti, con l’ultima che vide la luce nel 1957, poco prima dell’imminente uscita della successiva Flaminia. Agonisticamente la Lancia Aurelia B20 ottenne ottimi risultati partendo dall’esordio alla Mille Miglia del 1951: prima della classe fino a 2000cc e seconda assoluta. L’Aurelia venne da subito considerata tra le italiane più importanti e belle di sempre, diventando un simbolo degli anni ’50 nel mondo. La vettura presente nella nostra collezione è stata prodotta nell’aprile del 1957 e destinata al mercato tedesco, dove vi rimase sino al 2016. Presenta una presa d’aria sul cofano che denota la presenza della modifica Nardi, una elaborazione del motore e del cambio molto diffusa all’epoca fra i piloti. In totale vennero prodotte 2640 B20 2451cc delle quali 420 VI serie nel 1957.
Competizioni ed eventi 2017 Coppa Franco Mazzotti – 2019 Trofeo Foresti – Coppa d’Oro delle Dolomiti 1º posto equipaggio straniero – Gran Premio Terre di Canossa – 2021 Mille Miglia - 2022 Mille Miglia
"La Spider"
Anno di produzione 1957
Costruttore autotelaio Alfa Romeo
Costruttore scocca Pininfarina
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Alfa Romeo
Tipo motore DOHC 4 cilindri, cilindrata 1290 cc
Potenza massima 90 Cv - 66 Kw - 108 Nm - 6500 giri/min
Tipo vettura Spider
Dimensioni (l/w/h) 3380 / 1580 / 1335 mm
Peso 855 Kg
Storia della vettura La storia della Giulietta Spider inizia dalla richiesta dell'importatore nordamericano Max Hoffman che commissionò ad Alfa Romeo la produzione di una vettura con carrozzeria spider su base Giulietta Sprint. Così nel 1954 Rudolf Hruska commissionò sia alla carrozzeria Bertone che alla carrozzeria Pininfarina, due proposte per la futura Giulietta Spider. La scelta ricadde a favore della Carrozzeria Pininfarina, su disegno di Franco Martinengo che si lasciò ispirare dalla Lancia Aurelia B24, ma imprimendole un’impostazione stilistica più sobria e legata alla tradizione italiana per le vetture spider. L’auto è di dimensioni contenute e la vista laterale risulta estremamente pulita, priva di nervature e con curve che si raccordano sulle due pinne posteriori. Il frontale è l'elemento più ricco e ricercato di tutta la vettura, presenta lo scudetto Alfa Romeo che divide in due il paraurti cromato e il cofano motore segue integralmente le linee del frontale impreziosito da un listello cromato che lo attraversa e da due cerniere a vista anch’esse profilate e cromate. Il posteriore è decisamente molto pulito, l'unico vezzo lo si trova al centro del vano bagagli dove il logo Alfa Romeo è collocato su di una maniglia di apertura a forma di goccia. I primi modelli allestiti sono caratterizzati dal fatto che sono dotati di un parabrezza panoramico, in stile America, e vetri laterali scorrevoli che si agganciano alla capote. Gli interni della Giulietta Spider rispecchiano integralmente la personalità di auto sportiva ed orientata al piacere di guida. Il cruscotto in lamiera verniciata ingloba un quadro strumenti particolarmente completo e curato, con strumentazione a tre elementi che include tachimetro, contagiri, temperatura e pressione olio, temperatura dell'acqua e livello del carburante. Lo sfondo della strumentazione è a due tonalità, la parte centrale grigio chiaro e la corona esterna nera. Il fondo scala del tachimetro è a 180 km/h e 7000 giri/min per la versione "normale", mentre a 220 km/h e 8000 giri nella versione Spider Veloce. I sedili sono realizzati in simil pelle ed inizialmente si optò per tre differenti combinazioni di colori, implementati in alcune versioni successive. Il pianale è parzialmente rivestito in gomma nella parte in prossimità della pedaliera, mentre per il resto del rivestimento si scelse la moquette. La Giulietta Spider fu equipaggiata durante tutta la sua produzione dal 4 cilindri in linea da 1290cc di cilindrata montato in posizione anteriore longitudinale. L'alimentazione comprende un carburatore doppio corpo Solex semi-invertito, distribuzione con due valvole per cilindro, disposte a V, comandate da due alberi a camme in testa con azionamento a catena. La trazione è posteriore e i freni sono a tamburo sulle quattro ruote. Gli esemplari di Spider Veloce (tipo 750F) montano lo stesso 4 cilindri identificabile con lo stesso codice motore ma con 25 cv in più, grazie all'adozione di due carburatori a doppio corpo Weber 40DOC ed una diversa linea di scarico, oltre ai vari miglioramenti orientati ad irrobustire il motore stesso. In questa configurazione la vettura è capace di erogare 90 CV a 6000 giri. Per quanto riguarda la parte telaistica, la Giulietta Spider è composta da un telaio di tipo integrale con scocca in metallo, il peso è contenuto tra 880 kg e 895 kg. All'anteriore le sospensioni adottano uno schema a ruote indipendenti, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici Girling. Al posteriore invece si optò per uno schema molto più classico per l'epoca ossia ponte rigido collegato al telaio con un triangolo e puntoni. L’auto presente nella nostra collezione è una delle prime vetture prodotte del modello Giulietta Spider Veloce a passo corto. Il mercato di destinazione erano gli Stati Uniti, dimostrato anche dalla tipologia di fanali Lucas posteriori, presenti solo sulle auto prodotte per il mercato americano, dove fu venduta nel 1957 e dove ha trascorso la maggior parte della sua vita.. L’auto è stata importata in Europa alcuni anni fa dove è sta completamente restaurata. L’auto si presenta nella sua configurazione originaria con carrozzeria di colore nero ed interni in vipla rossa.
Competizioni ed eventi 2022 THE ICE – Targa AC Bologna – Trofeo Lago di Como Classic – Passione Engadina Chopard Ladies' Cup 1° posto
Anno di produzione 1959
Costruttore autotelaio Jaguar
Costruttore scocca Jaguar
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Jaguar
Tipo motore DOHC 6 cilindri, cilindrata 3442 cc
Potenza massima 210 Cv - 154 Kw - 5500 giri/min
Tipo vettura Coupé 4 posti
Dimensioni (l/w/h) 4496 - 1580 - 1397 mm
Peso 1490 Kg
Storia della vettura Nel corso del 1957 un vasto incendio divampò nell'ala dello stabilimento Jaguar dove venivano assemblate le XK140, danneggiando seriamente gli stampi delle carrozzerie coupé e cabriolet e distruggendo completamente quelli delle roadster. La casa di Coventry approfittò della situazione (stampi, comunque da ricostruire) per modificare la XK140, dando vita alla XK150. La produzione delle XK 150 iniziò quindi nel 1957 fino alla fine del 1960, realizzando 7.929 esemplari di cui 4.101 in versione coupé. Appartenendo alla famiglia della XK 120 e 140, la XK 150 non si è distaccata molto nel design dalle sue predecessori e condividendo lo stesso telaio della XK 140, ma con un grande intervento di modernizzazione. Un parabrezza panoramico fabbricato in un solo pezzo sostituisce quello diviso in due parti montato in precedenza e sulle fiancate la linea di cintura non si spezza più all'altezza delle porte, ma è più alta e raccordata più dolcemente alla parte superiore. Il cofano, apribile fino ai parafanghi è allargato e la paratia tra abitacolo e vano motore è arretrata di dieci centimetri per allungare il cofano. Il frontale è ridisegnato e reso più spiovente e aerodinamico. Grazie ai nuovi paraurti le dimensioni crescono fino a quasi 4500 mm di lunghezza complessiva. Al posteriore, come anche nella XK 140, lo scudetto è rosso con al suo interno la dicitura "Winner Le Mans 1951–3”, in omaggio alle vittorie di due vetture Jaguar nelle edizioni citate della corsa. Il motore è sempre il tipo XK 6, nella nostra versione con testata di tipo “C” (competizione), derivata direttamente da quelle utilizzate sulle Jaguar C Type plurivittoriose a Le Mans e con testata modificata e valvole di scarico maggiorate, sviluppa 210 cv. Il motore tipo XK 6 venne sviluppato durante la seconda Guerra Mondiale su spinta del fondatore e proprietario del marchio inglese William Lyons. Ammirando i risultati ottenuti da Alfa Romeo nelle competizioni, grazie ai motori ideati da Vittorio Jano a due alberi a camme in testa e realizzati utilizzando materiali leggeri, Lyons decise di percorrere la stessa strada. Il progetto ebbe un tale successo da consentire a Jaguar di dominare le competizioni dalla fine degli anni ’40 fino a metà anni ’50, ottenendo anche svariati primati di velocità su strada. Il motore rimase in produzione dal 1948 al 1980 con successive evoluzioni. Inoltre nella versione Special Equipment (SE) la XK 150 ha su tutte e quattro le ruote freni a disco, prima volta su un’auto di “ampia “ produzione. La Jaguar presente nella nostra collezione è una XK 150 FHC (fixed head coupé), prodotta nel novembre del 1959 e venduta in Francia, dove vi è rimasta sino all’esportazione in Svizzera nel 2008 per poi entrare nella collezione VerdeCorsa AG nel 2016.
Competizioni ed eventi 2017 Gran Premio Nuvolari – Gran Premio Terre di Canossa - 2019 Coppa Franco Mazzotti
"Lo stile di Zagato"
Anno di produzione 1960
Costruttore autotelaio Lancia
Costruttore scocca Zagato
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Lancia
Tipo motore OHV V6, cilindrata 2458 cc
Potenza massima 121 Cv - 89 Kw - 186 Nm - 5100 giri/min
Tipo vettura Coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 4496 / 1630 / 1305 mm
Peso 1420 Kg
Esemplari prodotti 99
Soria del modello La versione Zagato della nuova Flaminia di Lancia apparve per la prima volta al Salone di Torino del 1958 e si basava sul pianale, accorciato di 2.520 mm della Flaminia GT. Con scocca interamente in alluminio era un modello tipico del carrozziere milanese: basso, aerodinamico e funzionale. Sotto il cofano c’è il motore della Flaminia GT, progettato da De Virgilio, da 119 cv, 2500 cc, sei cilindri a V e carburatore singolo e grazie al design aerodinamico di Zagato la velocità massima è di circa 180 km/h. Venne adottato il sistema di sospensioni a ruote indipendenti per l’anteriori e sospensioni a ruote semi-indipendenti (schema De Dion) per le posteriori. La Sport Zagato edizione 1960, oltre ad avere i fari non carenati, è contraddistinta da un allestimento più curato, migliori insonorizzazione e tenuta all'acqua grazie a nuove guarnizioni, profili in ottone cromato anziché in alluminio, cruscotto con maggiori dettagli in ottone cromato e nuove maniglie. Meccanicamente viene aggiornato lo sterzo, dov’è inserito un ammortizzatore idraulico telescopico destinato ad assorbire anche i piccoli contraccolpi che nascevano dai movimenti verticali di sospensione delle ruote e dunque a ridurre le reazioni degli scuotimenti al volante. La Flaminia presente nella nostra collezione risulta essere stata ultimata nel settembre 1960 e, dalla documentazione, risulta essere anche l’ultima Flaminia Sport Zagato serie I realizzata. La vettura è rimasta per molti anni depositata in un garage chiuso in Belgio, poi nel 2011 dopo la morte del proprietario, la vettura è stata venduta dalla vedova come progetto di restauro. Dopo essere stata acquistata nel 2016, la Flaminia, è stata interamente disassemblata e restaurata da esperti del marchio italiano. Il risultato finale, dopo due anni di lavoro, è una perfetta Lancia Flaminia Sport Zagato matching numbers, nella splendida combinazione cromatica Argento Auteuil per l’esterno e pelle rossa per l’interno.
Competizioni ed eventi 2019 Passione Engadina 1° posto
"L'ultima 356"
Anno di produzione 1963
Costruttore autotelaio Porsche
Costruttore scocca Routter Karosserie
Materiale scocca Acciaio
Tipo motore OHV 4 cilindri boxer, cilindrata 1582 cc
Potenza massima 95 Cv - 70 Kw - 119 Nm - 5000 giri/min
Tipo vettura Coupé 4 posti
Dimensioni (l/w/h) 4010 / 1664 / 1330 mm
Peso 920 Kg
Soria della vettura La 356 è una vettura sportiva realizzata dalla casa automobilistica tedesca Porsche dal 1948 al 1966. La 356 è una vettura che ha fatto epoca, vantando eccezionali livelli di maneggevolezza, leggerezza, affidabilità e tenuta di strada e spianando la strada alla futura Porsche 911. La vettura venne progettata da Ferdinand Porsche, il figlio Ferry, Karl Rabe, Erwin Komenda e il carrozziere Frederich Weber con l’obbiettivo di realizzare una vettura sportiva sulla base della meccanica del Maggiolino, progettato qualche anno prima proprio dallo stesso Ferdinand Porsche. Il nome corrisponde al numero di progetto nello Studio Porsche (Typ 356) della vettura. Dopo anni di produzione e di vari aggiornamenti della 356, passando dalla “pre-a”, A e B, nel 1963 venne prodotta l’ultima evoluzione del modello 356, la C. Rispetto alla precedente versione 356 B, sulla C vennero introdotte piccole migliori estetiche e tecniche come una diversa cornice del posacenere, nuovi braccioli nelle porte, vano porta guanti con chiusura magnetica al posto di quella meccanica, gli schienali dei posti posteriori vennero rialzati, le griglie cromate vennero sostituite da alluminio anodizzato e cambiò la grafica delle scritte. La grande novità venne introdotta dopo il 200° modello della serie C, con l’adozione dei freni a disco su entrambi gli assi e conseguente modifica di ruote e coprimozzo. La 356 era disponibile in due allestimenti con motore quattro cilindri boxer 1600, con valvole di aspirazione rimpicciolite e di scarico ingrandite, la 356 C con 75 cv (Typ 616/15) e la 356 SC con 95 cv (Typ 616/16). Sulla 356 SC l’albero a gomiti era equipaggiato con contrappesi di bilanciamento, il rapporto di compressione venne aumentato da 8,5:1 a 9,5:1 e l’alimentazione era garantita da 1 carburatore Solex doppio corpo per bancata. Le sospensioni vennero affinate: per diminuire la tendenza sottosterzante la barra antirollio anteriore venne maggiorata di un millimetro, il diametro delle barre di torsione ridotto da 23 mm a 22 mm e al retrotreno la lama trasversale divenne optional. Prima della fine della produzione il contagiri meccanico venne sostituito da uno elettronico. Su strada la vettura trovava nella leggerezza della carrozzeria e nella maneggevolezza i suoi punti di forza. La proverbiale motricità in uscita di curva era garantita dalla posizione a sbalzo del motore. La Porsche presente nella nostra collezione è una 356 C 1600 SC, quindi scocca coupé e motore Typ 616/16 da 95 cv che le consente di raggiungere una velocità massima di 185 km/h. Prodotta per il mercato italiano nel 1963 è stata venduta a Bologna nell’aprile 1964 e da allora è sempre stata custodita dalla stessa famiglia. La vettura si trova in perfette condizioni in seguito ad un restauro totale terminato nel 2021 che ha riportato la vettura nelle condizioni di quando è uscita di fabbrica. Tutti i numeri di serie presenti sulla vettura combaciano con quelli di produzione.
Competizioni ed eventi 2019 La Marca Classica - 2021 Targa Florio - 2022 Rellye des Princesses
Anno di produzione 1987
Costruttore autotelaio Land Rover
Costruttore scocca Land Rover
Materiale scocca Alluminio
Costruttore motore Land Rover
Alimentazione Diesel
Tipo motore OHC, 4 cilindri turbo, cilindrata 2495cc
Potenza massima 85 Cv - 63 Kw a 4000 giri/min 203 Nm a 1800 giri/min
Tipo vettura Fuoristrada a 6 posti
Dimensioni (l/w/h) 3722 / 1790 / 1965 mm
Peso 1630 Kg
Storia del modello La Land Rover Defender è un fuoristrada in produzione dal 1948. Nel dopoguerra venne imposto alla Rover, produttrice di vetture di alta gamma, di costruire veicoli più economici per rendere più facili le esportazioni in quegli anni difficili. La ditta produsse così un veicolo totalmente diverso: il fuoristrada Land Rover, con una nuova carrozzeria ma con il motore delle vetture precedenti. La prima Land Rover venne disegnato da Maurice Wilks nel 1947, in Inghilterra, lasciandosi ispirare dalle Jeep utilizzate dagli americani durante la Seconda guerra mondiale. Proprio per questo motivo, il primo modello realizzato si basava su una struttura della Willys. Caratteristica base fin dal primo modello lanciato il 30 aprile 1948 fu la trazione integrale che permise a questi veicoli di affrontare terreni anche molto accidentati. Un'altra caratteristica base fu la carrozzeria in alluminio, meno esposta alla corrosione e, all'epoca, non sottoposta a contingentamento dal governo britannico. Il risultato di tutto ciò è una famiglia di veicoli che ha fatto la storia dei fuoristrada e che, agli inizi degli anni settanta, superò il milione di vetture costruite, sia per clienti civili che militari. La Land Rover è stata prodotta in diverse serie, inizialmente denominato in base alla serie di produzione (Series), successivamente in base alla misura del passo in pollici (90,110, 127) e dal 1990 “Defender”. Dal 1983 vengono messi in produzione le nuove Land Rover, che sostituiscono i modelli “Series”. I nuovi “90" e “110” venivano tuttavia confusi con i "Series" a causa della loro grande somiglianza: addirittura molte parti erano intercambiabili, nonostante i modelli avessero quasi 30 anni di differenza. Le novità, tuttavia, furono significative: i “Series” montavano sospensioni a balestra con la possibilità di scegliere tra due o quattro ruote motrici, mentre i 90 e 110 avevano sospensioni a molla e trazione integrale permanente con la possibilità di bloccare il differenziale centrale. Come motorizzazioni le Land Rover erano dotate di un motore benzina (V8) e da motori diesel e dal 1986 viene introdotto il motore tipo 19J, il primo diesel dotato di turbo per Land Rover.
Storia della vettura La Land Rover nella collezione VerdeCorsa è una 90 soft top dotata di motore tipo 19J. É stata prodotta nel 1987 ed immatricolata in provincia di Como, tutt’ora dotata di targa originale. Nel 2022 è entrata nella nostra collezione a seguito di un restauro totale da parte di Autoclass, artefice di “RiLand”. Il veicolo prima del restauro era in buone condizioni ma è stata revisionata tutta la meccanica e la ciclistica, gli interni sono stati realizzati tutti su misura con finiture in pelle marrone per cruscotto, sedili e panche posteriori con l’aggiunta nel bracciolo centrale di una cassa in stile vintage Marshall. Per la verniciatura esterna si è optato per un colorazione carta da zucchero abbinata alla tela del soft top marrone con corde di fissaggio intrecciate. La 90 è dotata anche di un hard top applicabile per la stagione invernale in tinta con la carrozzeria dell’auto.
"La regina dei rally"
Anno di produzione 1992
Costruttore autotelaio Lancia
Costruttore scocca Lancia
Materiale scocca Acciaio
Costruttore motore Fiat
Tipo Motore DOHC 4 cilindri, cilindrata 1995 cc
Potenza massima 210cv - 154kw - 298 Nm - 5750giri/min
Tipo vettura Berlina due volumi, 5 posti
Dimensioni (l/w/h) 3900 / 1770 / 1365 mm
Peso 1300 Kg
Storia del veicolo Frutto della matita di Giorgetto Giugiaro, nacque nell'autunno del 1979, come sostituta della Fulvia e della Beta, anche se quest’ultima ancora in produzione. La prima versione sportiva con trazione 4WD nasce solo con l’avvento della terza serie della Lancia Delta, nel 1986. Nel 1988 viene presentata la prima Integrale, una 4WD con carreggiate allargate e parafanghi bombati, motore della 4WD portato a 185 CV e migliorie di dettagli nell'abitacolo. Il 1991 vede la nascita della Delta HF Integrale “Evoluzione" che si distingue esteticamente per la carreggiate allargate, maggiori bombature laterali e sul cofano motore, sospensioni e freni migliorati, scatola sterzo più robusta, fari lenticolari con un'estetica più accattivante, minigonne ridisegnate, elettronica migliorata e uno scarico di diametro maggiorato a terminale singolo. Diverso è il disegno dei paraurti e vi è la presenza di uno spoiler sul lunotto posteriore regolabile in tre diverse angolature. Il quattro cilindri turbo grazie a diverse tarature della turbina e dell'elettronica fornisce 205 CV e 300 Nm. L'ABS e il climatizzatore sono di serie sulle 16v (per via del maggiore riscaldamento dell’abitacolo). La Lancia presente nella nostra collezione è in edizione limitata, infatti si tratta della Lancia Delta HF Integrale Evoluzione 16v Verde York, versione speciale S.S. “Exclusive 92”. La “Verde York” è stata prodotta in 200 esemplari 16V con verniciatura verde, cristalli Solextra, cerchi da 15” e sedili Recaro alti rivestiti in pelle chiara con logo HF sul poggiatesta. Oltre alla targhetta sul tunnel centrale con la numerazione dell’esemplare ci sono anche i badge sul portellone posteriore con le scritte HF World Rally Champion e Integrale su fondo verde anziché nero. Inoltre in questa versione i cavalli sono 210 anziché 205. La vettura è stata prodotta nel luglio del 1992, si presenta in perfette condizioni di originalità ed ha avuto solamente due proprietari prima di entrare nella collezione VerdeCorsa AG
Esemplari prodotti 200 "Edizione Verde York"
"Il design della modernità"
Anno di produzione 2010
Costruttore autotelaio Alfa Romeo - Maserati - Dallara Automobili
Costruttore scocca Maserati
Materiale scocca Fibra di carbonio
Costruttore motore Maserati
Tipo motore DOHC V8, cilindrata 4691cc
Potenza massima 450cv - 331kw - 470 Nm - 7000giri/min
Tipo vettura Coupé 2 posti
Dimensioni (l/w/h) 4381 / 1892 / 1340 mm
Peso 1585 Kg
Storia della vettura L’Alfa Romeo 8C Competizione è stata presentata per la prima volta al 60º Salone dell'automobile di Francoforte del 2003 sotto forma di concept car. L’auto è stata ideata dal designer tedesco Wolfgang Egger che si è lasciato ispirare dalla storia del Marchio. Gli “occhi” sono quelli della 33 Stradale, leggermente più alti rispetto alla linea del cofano; il retro ricorda quello della Giulietta SZ del ‘61 “coda tronca”; i fari posteriori rotondi sono un omaggio alla Giulia TZ, un’altra regina delle piste. La 8C è ricca di citazioni affascinanti, e rappresenta il tributo del Centro Stile Alfa Romeo a un’intera fase storica del car design. La 8C Competizione prende le auto di questo periodo come riferimento, e le celebra con la ricchezza dei volumi, la pulizia delle linee e la particolare evidenza data ai tratti distintivi del Marchio. Alfa Romeo ha messo in produzione la 8C Competizione nel 2007 sotto forma di “Limited Edition”, producendo solamente 500 esemplari di coupé. Per la realizzazione del telaio di questa vettura troviamo un partnership tra tre grandi aziende automobilistiche italiane, Alfa Romeo, Dallara Automobili e Maserati che si è occupata anche della produzione dell’auto presso i propri stabilimenti a Modena. La 8C adotta un propulsore sviluppato da Ferrari e Maserati tipo F136 a otto cilindri V che eroga 450 cv, ma soprattutto segna il ritorno alla trazione posteriore, che mancava sui modelli stradali dai primi anni novanta. Il risultato è un’auto con rapporto peso/potenza ottimale, che raggiunge i 100 km/h in 4”.2. Per un ottimale bilanciamento dei pesi tra anteriore e posteriore si è optato per lo schema “transaxle”, ovvero motore anteriore longitudinale e cambio al retrotreno. Il telaio è realizzato con la tecnica dual frame, ovvero con l’utilizzo di più materiali uniti tra loro, al fine di incrementare la rigidità torsionale della vettura. Con l’obbiettivo di mantenere il peso dell’auto il più basso possibile, la carrozzeria è interamente in fibra di carbonio, come anche i sedili e gran parte dell’abitacolo. L’Alfa Romeo denominando questo modello 8C Competizione vuole ricordare e sottolineare le sue grandissime doti da auto sportiva qual’è stata dagli anni ’20 agli anni ’40. Con “8C” si rievocano i motori a otto cilindri progettati da Vittorio Jano, che negli anni trenta vincevano sulle piste di tutto il mondo (quattro primi posti di seguito a Le Mans, e tre alla Mille Miglia) e “Competizione” era il nome della 6C 2500 che Juan Manuel Fangio aveva guidato alla Mille Miglia del 1950.
Esemplari prodotti 500
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